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lunedì 28 aprile 2014

Antiche primavere

Riprendo a scrivere su "Stelle"dopo alcuni mesi, il tempo va avanti con le sue stagioni ed ora siamo immersi nella dolce, bipolare, verde e rosa, primavera.
Proviamo a tornare indietro, verso le lontane primavere del passato.
"Voi che fate la guardia alla persona del re, andate subito dove crescono spontanei gli alberi, senza essere piantati"(Nevio)
"E' ormai la nuova primavera, la primavera canora, a primavera rinasce il mondo. In primavera si stringono gli amori,  in primavera si sposano gli uccelli e la foresta, fecondata dalle piogge, scioglie la sua chioma." (Pervigilium veneris)
"Intreccerò la viola bianca, intreccerò coi mirti il tenero narciso, intreccerò i gigli che sorridono e il dolce croco, e le rose care agli innamorati, perché, sopra le tempie di Eliodora, dai riccioli profumati, la mia corona copra di fiori, la sua chioma dalla bella treccia." ( Meleagro)

Ma forse tra le antiche primavere la più incantevole è quella del "Cantico dei cantici"...

"Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata, i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spargono fragranza. Alzati amica mia, mia bella, e vieni! O mia colomba che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro."

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